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Campionato Amatori Latina 2008

  29/03/2008 Latina - Roma 39-38

Latina: Marco Bonfanti, Gianni Felici, Francesca Del Gobbo, Roberto Pompili
Roma: Matilde Sinibaldi, Umberto Cesaro, Cristiana De Maio, Luigi "Giggio" Lescarini
Presentatore: Giorgio Rosa
Giudice: Valentina Scarpino
Musicista: Tatiana Stancovich


Dal nostro inviato Marianna Aquino
Il sipario rosso si apre e un elegante Giorgio Rosa fa il suo ingresso sul palcoscenico del Ponchielli per annunciare l'appuntamento più atteso del Torneo Impro-Amatori di Latina: il derby, l'evergreen dell'improvvisazione teatrale laziale, il collaudatissimo scontro-incontro Latina-Roma. Entra il giudice Valentina Scarpino, vestita del più strepitoso dei suoi completi da donna in carriera, e si dà inizio alle danze. La squadra di Roma inscena un gustoso siparietto di presentazione: entrano, in ordine, Umberto Cesaro il biondo, Matilde Sinibaldi presto soprannominata "Secchetta", Cristiana De Maio la roscetta tutta curve e… e di Giggio Lescarini nessuna traccia. Si alza dal pubblico un volontario disposto a sostituirlo, sale sulle assi del Ponchielli, si leva il cappellaccio da vagabondo e sotto le falde tese spunta la faccia sorridente del Lescarini. Il pubblico gradisce e applaude. E' il momento di Latina, che entra in scena alla maniera degli animali dello zoo: Marco Bonfanti si trascina su un cubo saltando su e giù nei panni di una gustosissima scimmia, lo segue Gianni Felici, pachiderma un po' sotto sforzo, poi la 'panterona' Francesca Del Gobbo e infine lui, il domatore della squadra, l'inossidabile Roberto Pompili. Che purtroppo finisce divorato dalle sue bestiole. Siamo pronti per iniziare lo spettacolo.
Si inizia con un'improvvisazione ambientata in un manicomio (quale posto migliore per questa gabbia di matti?). I cubi, disposti in ordine sparso sul palcoscenico dal presentatore Rosa su istruzione del giudice di gara, servono da struttura immutabile della scena, che viene aperta dal passo esitante di Matilde, matta timida e romantica, innamorata dello spassosissimo Marco (pazzerello con il pallino dei mezzi di trasporto più improbabili) che porta in scena prima l'indimenticabile periscopio curioso di un sommergibile da guerra, poi un astronauta sulla luna, con tanto di casco. I dirigenti del manicomio Umberto e Giggio si preocuppano di stroncare sul nascere la pericolosa storia d'amore dei loro pazienti e piazzano Roberto-cactus come spia nella stanza dei giochi. Questi ingredienti su cui gli attori sviluppano una storia surreale e delicata sui traumi infantili, che vedrà comunque l'amore trionfare su tutto e tutti. Da segnalare il 'fuori programma' con cui Giggio innaffia il cactus animato-Roberto versandogli in testa mezza bottiglia di vera acqua minerale. A fine improvvisazione il giudice Scarpino lo costringerà a un affrettato spogliarello per fargli asciugare la pericolosa chiazza d'acqua con la sua maglia di ordinanza, tra le risa del pubblico e gli apprezzamenti per gli addominali allenati del Lescarini.
Si passa alle sfide. Roma sceglie il tema del dubbio e porta in scena un'improvvisazione con cambio di stile, dal genere cinematografico di fantascienza al teatro di De Filippo. Latina risponde con la divertentissima categoria "Contenuti extra del DVD": Roberto è il regista del film che racconta i 'fuori onda' della squadra romana. Francesca e Marco impersonano un'improbabile sfilza di attrici chiamate per il provino, con relativo interprete dall'americano all'italiano (e dall'italiano a un improbabile americano). Le risate fioccano e Latina si aggiudica il punto. Tempo di short time. Nelle improvvisazioni brevi le due squadre, messe in difficoltà dalle assurde categorie scelte dal giudice, si scatenano. Prima portano in scena delle spassosissime morti in scena. Francesca tiene in piedi la struttura narrativa con un delicato personaggio che ricorda un Mr. Magoo fuori di testa e al femminile. Gli altri si sbizzarriscono in morti surreali, dall'annegamento nel gabinetto al letale gargarismo fatto con l'acetone per lo smalto alle unghie. Quindi arriva il temutissimo momento delle 'cantate' e mentre Latina si cimenta con un tremendo canto sullo stile dello Zecchino d'oro, Roma accenna un coro gospel, solista intrepido un tarantolato Umberto che azzecca le tonalità ma non coordina il battito delle mani con il resto del gruppo, con un effetto di puro delirio!
L'ultima improvvisazione del primo tempo è una mista: romanzo rosa tra la segretaria Claudia e il muratore Roberto. Accompagnati dalla narrazione sui generis di un romantico Gianni, gli attori seguono il filo tormentato di una passione ostacolata dal gelosissimo Giggio, perfido avvocato che finirà per convertirsi all'amore omosessuale e alla quiete della sana vita all'aria aperta dei muratori.

Il secondo tempo si apre con la sfida lanciata da Latina sul tema del ritorno. I Maia costruiscono un'improvvisazione in stile romanzo noir tecnicamente molto centrata, con il sempre bravo Roberto che impersona uno scalcagnato detective privato trafitto da pene d'amore, scarsità di clienti e un grande amore per le corse dei cavalli. Francesca sarà l'immancabile dark lady che, al sesto anno di relazione, ha la fastidiosa abitudine di uccidere tutti i propri amanti. Sotto i colpi del suo fascino cadrà anche il disilluso Roberto. Roma risponde con un'improvvisazione sul millenium bug. Giggio Lescarini si esibisce in una riuscitissima scena di impiccagione ma al tutto manca un po' di ritmo. Segue un'impro-musical a cui partecipano entrambe le squadre. Matilde rivela insospettate doti canore e guida gli altri attori attraverso la preparazione di uno spettacolo alla maniera di Broadway, con tanto di rivalità tra le due sorelle prime donne. Bravi tutti, ma soprattutto la Sinibaldi e lo snodatissimo Marco.
Si passa così alle prove di specialità. Roma porta un classico 'cappa e spada' sul tema dell'undicesimo comandamento "Non ti depilare" (e chi non lo conosce?). La squadra dei romani dà veramente il meglio di sé: i personaggi sono ben costruiti, le battute riuscite, l'interpretazione convincente e la storia centra perfettamente il tema e lo spunto del pubblico. Lanciatissimi, i romani abbattono la quarta parete e invadono la platea nel corso di un coinvolgente duello tra gli spadaccini Giggio e Umberto. Grandi risate e scroscio di applausi veramente meritato.
Latina risponde con un'improvvisazione sulla struttura del Survivor: una breve scena viene ripetuta più volte e a ogni ripetizione il pubblico sceglie un attore da eliminare, finché non ne resta uno solo. Sono bravi i Maia a tenere alto il ritmo, rendendo godibile una storia molto semplice incentrata sull'invenzione di un miracoloso ritrovato in grado di far ricrescere i capelli. Roberto chiude l'ultima scena con un'autoironica considerazione sull'effetto imprevisto che la lozione ha avuto su di lui, ed esplodono le risate del pubblico: "Ammazza quanto rimorchio con st'uniciglio".
Lo spettacolo si chiude con un'improvvisazione su tema scelto dal pubblico: La Sagra del Carciofo. Marco entra in scena esordendo con una perfetta imitazione dell'idioma sezzese, e si guadagna subito le simpatie della platea. La scena, che vede protagonisti la carciofolona Matilde e il carciofo Giggio, rispettivamente esposti dai produttori Marco e Claudia e dalla ritardataria e trafelata Francesca, viene ripetuta secondo diversi stili scelti dal giudice Scarpino: prima alla maniera dei film di Verdone (sfilano in scena tutti i personaggi più godibili del regista romano, dall'iperpuntiglioso Marco-Furio, all'ipocondriaco giudice di gara Roberto fornitissimo di medicinali di ogni tipo, a una coattissima Francesca 'lo famo strano'), poi di Tarantino, quindi nello stile zuccheroso di un cartone disneyano e infine alla maniera dei film di Vanzina. La versione migliore è senz'altro la sempre divertente Tarantino, con una Francesca-Kill Bill che entra in scena armata di spada da samurai e con tanto di 'carciofo combattente'.
Lo spettacolo si chiude, a tarda ora, sul punteggio di 39 a 38 per Latina. Un altro derby vinto dai Maia, ma sostanziale parità tra le due squadre, come sempre molto equilibrate e affiatate tra loro. L'appuntamento si rinnova per il sabato 12 aprile, con l'attesa discesa in campo (eh già, anche loro…) dei Prof di Improteatro.



  15/03/2008 Latina - Milano 39-39

Latina:Francesca Del Gobbo, Roberto Pompili, Marco Bonfanti, Luigi Simeone
Milano: Francesco Briccarello, Angela Missanelli, Emanuele "Zazza" Ceripa, Lucia Migliucci
Presentatore: Giorgio Rosa
Giudice: Valentina Scarpino
Musicista: Tatiana Stancovich

Imprò ricco di colpi di scena quello tra Maia e Teatribù.
Il giudice Valentina Scarpino decide di aprire in grande stile con il game "Come sarebbe il mondo senza" che costringe le squadre a muoveri in un mondo senza spazzolino da denti (Milano) e senza carta igienica (Latina). Latina risulta più convincente e si aggiudica il primo punto della serata.
Si inizia a fare sul serio con la prima improvvisazione della serata in cui le squadre rievocano la nascita della tadizione delle uova pasquali, per poi passare alla sfida lanciata da Latina sul tema del cambiamento. I pontini si esibiscono nella scena finale di un film western (una sparatoria degna del miglior Sergio Leone in cui nessuno sopravvive) a cui fa seguito la "proiezione" dell'intro film, Milano invece mette in scena un litigio tra la coppia Angela Missanelli/Francesco Briccarello dopiatti da Lucia Migliucci e dal romano Emanuele Ceripa. Lo short time prevede una Boom mista e due trailer del flim "La Goccia": per Milano in stile film dell'orrore e per Latina secondo i canoni dei film di Tarantini. Il pubblico dimostra di apprezzare maggiormente il trailer di Teatribù e quindi il primo tempo si conclude con l'intera storia dell'horror "La goccia", interpretata dalle due squadre.
Il secondo tempo si apre con la fida di ritorno, seguita dalla mista in stile sceneggiata napoletana, sicuramente la migliore improvvisazione della serata: la triste storia di un barbiere donna che combatte contro il pregiudizio e contro la criminalità organizzata che vuole prendere il controllo del suo negozio.
Si arriva alla prova di specialità con Latina in vantaggio di quattro punti, ma non è finita. Infatti il pubblico pontino premia con un meritato "5" la favola di Pinocchio che gli improvvisatori di Milano interpretano più volte, sempre in minore tempo, mentre non va oltre il "3" per la Imperativalo dei Maia che quindi, per colpa del crudele regolamento, concludono la prova con uno zero nel punteggio. Ma le sorprese non sono finite perchè grazie all'ultima improvvisazione ("Per chi voto alle elezioni") interpretata secondo gli esercizi di stile (Moccia, Amici di maria e Tinto Brass), Latina riesce a recuperare e a concludere la serata sul 39 pari.
Un pareggio meritato per le due squadre che hanno dato vita ad un Imprò molto divetente ed equilibrato.


Le altre sedi:

Verbavolant
Roma

Belleville
Bologna

Quintatinta
Torino

Voci e Progetti
Chianciano

Teatribù
Milano

Attimatti
Riccione

Impronte
Genova

ImprovvisaMente
Pavia

Teatro Terra di Nessuno
Ancona

Accademia dei Riuniti
Umbertide (PG)


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